venerdì 26 dicembre 2008

Leo, Bart e il nemicio del cuore

Leo e Bart erano due fratelli che non avrebbero potuto essere più diversi. Bart era piccolo e cicciottino, aveva sempre voglia di scherzare ed era il più abile rubaformaggi del paese. Leo, al contrario, era un topo alto alto con due baffi lunghi lunghi, sospettoso di tutto e sempre pronto a veder sventure.
Una mattina, stavano giocando a nascondino nel porto, quando accadde un evento che cambiò la loro vita.
“Tana per Bart dietro la bitta! Bart BAART ti ho visto!”. Ma Bart non lo stava ascoltando, immobile guardava rapito una grande goletta ormeggiata davanti a loro. Il veliero era maestoso. Aveva tre alberi alti carichi di corde e vele, una prua imponente e sulla poppa un timone lucido e splendente.
I due fratelli ne rimasero affascinati e restarono tutto il giorno sulla banchina ad ammirarla.
“Domani ripartirà!” esclamò Bart verso sera “non possiamo perdere quest’occasione! Facciamo appena in tempo ad andare a casa a prendere le nostre cose ed imbarcarci ”.
“Non se ne parla neppure!” ribatté Leo deciso.
Passarono tutta la notte a discutere. Leo elencò tutte le possibili catastrofi che in mare possono accadere ma Bart fu irremovibile! “Vieni con me Leo gireremo il mondo, conosceremo posti nuovi, formaggi nuovi e chissà quali avventure potremmo vivere!”
Leo non era assolutamente d’accordo ma non ebbe il coraggio di lasciar partire suo fratello da solo e così, di notte, in silenzio, si arrampicarono sulla catena dell’ancora e salirono a bordo della goletta.
La voce del capitano li svegliò: “Ohoo - Ohoo tirate su l’ancora! Spiegate le vele! - La bella sirena - è pronta a partire!”.
“La bella sirena! Che bel nome per una barca. Non sono mai stato così felice in vita mia, su con la vita fratellino ci divertiremo un mondo!” squittì felice Bart.
Durante la prima settimana di navigazione fecero conoscenza con Ulderico. Ulderico era il gatto nero del cuoco. Vecchio, furbo e diffidente quasi quanto Leo, non riusciva mai a vederli ma sapeva che c’erano e non passava giorno senza che tendesse loro qualche tranello.
Navigarono tranquillamente per diverse settimane, finché, una brutta notte, Leo si svegliò di soprassalto. Il ponte, a quell’ora di solito tranquillo e silenzioso, era pieno di marinai che urlavano e si agitavano.
Il topolino preoccupato osservò il mare, onde alte ed oscure minacciavano la nave. Una tempesta si stava avvicinando.
Leo, spaventato, andò a svegliare il fratello. “Bart, Bart presto vieni sul ponte, ho paura che stiano arrivando guai grossi!”. Bart capì immediatamente il pericolo che stavano correndo. Prese una corda e si legò a Leo “così non ci perderemo” disse controllando bene i nodi. “Vieni nascondiamoci qui” e si infilò con il fratello in una cesta piena di reti.
La tempesta arrivò e fu terribile, la goletta fu spezzata in due e affondò.
I due fratelli rimasero aggrappati alla cesta, uno vicino all’altro, senza avere il coraggio di guardare la tragedia che stava avvenendo.
La mattina dopo, all’alba, si trovarono stremati ma vivi in mezzo al mare. Non si vedeva all’orizzonte nulla, solo acqua. Ma ecco, nel silenzio più totale, un debole lamento:
“Miaoo miaoo”
“ E’ Ulderico!” gridò Bart. “Facciamolo salire a bordo!”
“Sei impazzito? Appena sulla cesta ci mangerà” obiettò impaurito Leo. “Non importa, non possiamo lasciarlo affogare!” ribatté Bart mentre lo tirava su per la coda.
Sulla cesta Ulderico, mezzo morto, sputò un po’ di acqua, aprì un occhio e poi l’altro. Si tirò su, guardò i suoi salvatori e borbottò: “E’ disdicevole che un gatto venga salvato da un topo anzi… da due, è una cosa che non si deve sapere e per esserne sicuro vi mangerò!”.
I due fratelli indietreggiarono terrorizzati ma poi videro Ulderico rotolarsi per terra dal gran ridere “Ah ah ah ci avete creduto! Era uno scherzo! Ma come potrei mangiarvi dopo che mi avete salvato la vita!”. I topolini tirarono un gran sospiro di sollievo e abbracciarono il vecchio gatto! “Ehi, ehi, non esageriamo!” si divincolò Ulderico un po’ imbarazzato. “Sono sempre un gatto! Comunque grazie amici, prometto che da oggi in poi non mangerò mai più topi, in cambio voi però dovete giurarmi che non racconterete mai a nessuno che il vecchio Ulderico è stato salvato da emh……due topolini”.
“Giuriamo!” risposero in coro Bart e Leo.
Per due giorni il mare trascinò la cesta senza un’apparente meta e poi la lasciò sulla spiaggia di una bellissima isola. I tre amici uscirono finalmente dalla loro scialuppa di fortuna, si sdraiarono esausti sulla sabbia e si addormentarono.
Un’onda dispettosa svegliò Bart di soprassalto, stava per riaddormentarsi quando sentì un pianto disperato giungere dal mare. Bart si guardò cautamente intorno e vide, nascosta sotto delle conchiglie, una graziosa topolina bianca. “Chi sei e perché piangi?” domandò premuroso: “mi chiamo Beatrice e sono la regina di quest’isola. Questo posto è pericoloso è meglio per voi se ve ne andate via subito!”
“Non possiamo andare via” s’intromise Leo, che nel frattempo aveva raggiunto il fratello. “La nostra nave è naufragata e le correnti e la fortuna ci hanno portato qui. Ma tu perché sei così spaventata?” Bea sollevò il musetto e cominciò a raccontare: “Sull’isola abita Retius - un serpente gigantesco - tutti gli animali che riesce a catturare li imprigiona e poi li mangia quando ne ha voglia. Tra poco toccherà anche a noi!” singhiozzò disperata la regina.
“Io non ho nessuna voglia di essere mangiato da un serpente” esclamò deciso Bart. “E nessuno è invincibile! Anche gli animali più potenti hanno dei punti deboli! I serpenti ….uhm…i serpenti credo che ci vedano maluccio!” Ulderico lo guardò con interesse: “per essere un topo non sei niente male!” commentò. “Mi hai fatto venire in mente un’idea” continuò il gatto. “Nel cesto che ci ha portato in salvo, sotto le reti, c’è un barattolo di colla, potremmo travestirlo da topo, il serpente lo ingoierà e quando il barattolo si romperà la sua bocca e il suo stomaco rimarranno incollati e così non potrà più mangiare nessuno!”. Il piano di Ulderico fu approvato all’unanimità e i quattro amici si misero subito all’opera.
I topolini sacrificarono un po’ del loro pelo, Ulderico cedette i suoi baffi e per la coda utilizzarono un po’ di corda grigia trovata sempre dentro la cesta.
Lavorarono per giorni, con precisione ed in silenzio, finché alla fine il lavoro fu completato. “E voilà” esclamò alla fine Bart molto soddisfatto. “Mi somiglia molto, anche se, naturalmente, io sono più bello e anche più magro!!”
Finalmente erano pronti per la trappola, muovendo il barattolo-topo con dei fili lo fecero avvicinare a Retius che, invogliato da quella che sembrava una bella pancia grassa, lo inghiottì in un sol boccone.
Dopo qualche minuto i quattro coraggiosi amici gli si avvicinarono.
“Brutto serpentaccio libera tutti gli animali che tieni prigionieri e vattene da quest’isola” ordinò Ulderico.
“Siete divertenti! Vi mangerò per ulti…” ma, non riuscì a terminare, la colla gli aveva incollato la lingua.
“Evviva! Ce l’abbiamo fatta!” esultarono i cospiratori. Immediatamente il serpente, ormai inoffensivo, fu imprigionato e tutti gli animali furono liberati.
La sera, Bart e Leo, organizzarono una gran festa attorno all’ammutolito Retius. Tutti ballavano e cantavano solo Bea continuava a guardare preoccupata il prigioniero. “Dolce regina” intervenne allora Ulderico. “Tra qualche giorno l’effetto della colla probabilmente scomparirà ma, rinchiuso in una gabbia, Retius non sarà più un pericolo per nessuno!”
“Grazie amico mio, senza di te non ce l’avremmo fatta!” mormorò grata la regina. “Ti dobbiamo la vita!”
“Anch’io devo la vita a qualcuno e in un certo qual modo ho pareggiato i conti” concluse soddisfatto il gatto.
Sull’isola, senza l’incubo del mostro, la vita ricominciò e il sorriso ritornò sulla bocca di tutti. Di tutti, tranne che di Leo e di Bart, che cominciavano ad avere nostalgia della loro casa.
Beatrice, visti i suoi amici così tristi, li rassicurò: “Non vi preoccupate, qui spesso le grandi navi si fermano a fare acqua, vedrete, a breve potrete tornare a casa.”
E così fu. Un mese dopo una grande bastimento si fermò sull’isola e dopo breve ripartì con 3 passeggeri in più Bart, Leo e Ulderico.
Quando tornarono a casa la colonia dei topi preparò un gran banchetto. Ci volle un po’ di tempo per convincere tutti i membri ad invitare il gatto, ma infine Ulderico partecipò e la festa fu veramente straordinaria Bart e Leo mantennero la promessa fatta ad Ulderico e non raccontarono mai che l’avevano salvato e Ulderico mantenne la sua e non mangiò mai più un topo.

1 commento: