domenica 14 dicembre 2008

Uno strano bidello

Rubio non era proprio il solito gatto, che abitava nella solita casa, con la solita famiglia, no, lui era un gatto un po’ speciale. Viveva, con circa trecento bambini, in una grande e bella scuola elementare.
All’interno della scuola aveva molti privilegi.
Poteva stare acciambellato sulla cattedra della maestra o sotto il banco di un alunno o addirittura sulla poltrona nell’ufficio della preside senza che nessuno mai lo cacciasse via, e sapete perché poteva fare tutto questo? Perché Rubio era il gatto invisibile di una fatina distratta che lo aveva dimenticato lì.
La mattina, quando gli scolari, tutti belli ordinati nel loro grembiule azzurro, entravano in classe, Rubio, da sotto un banco, si stiracchiava pigramente, si accoccolava sulle ginocchia delle maestre e ascoltava, per la millesima volta, le lezioni di geografia o di storia o di matematica.
Il momento che gli piaceva di più era la ricreazione. C’era sempre una gran confusione. Chi giocava a pallone, chi a campana, chi più tranquillamente a carte, ma tutti, compreso Rubio, si divertivano come matti!
Un giorno, proprio durante una di queste ricreazioni, mentre si stava appisolando al sole, gli si avvicinò un bimbetto, lo guardò per un po’ con aria curiosa e poi gli chiese: “Vuoi un po’ della mia merenda? Io proprio non ce la faccio a mangiarla tutta!”
“Tu .. tu .. mi vedi?” balbettò Rubio. “Certo, perché non dovrei, in fondo non sei così magrolino, anzi….” esclamò divertito il bimbo. “Non dovresti vedermi perché sono un gatto magico!” ribatté piccato Rubio. “Va bene, va bene, non ti volevo offendere! Allora lo vuoi un pezzo del mio panino al formaggio?”
”Formaggio? Questa è musica per le mie orecchie non ne posso più di cioccolato o merendine!”
E così Giulio e Rubio diventarono amici.
Tutto sembrava trascorrere senza problemi quando, a metà dell’anno scolastico, arrivò un nuovo bidello. Severus.
“Uffa Rubio” si lamentò qualche settimana dopo Giulio. “Non ne posso più di Severus! Non potresti fare una magia e farlo ammutolire fino alla fine dell’anno scolastico?”
“Bha .. al massimo posso slacciargli le scarpe, sempre se riesco ad avvicinarlo!” miagolò Rubio. “E’ strano, ma sembra che faccia di tutto per evitarmi!”
“Impossibile, ti ricordo che non ti può vedere!” ribatté Giulio. “Forse.. o forse si!” concluse Rubio avviandosi pensieroso verso la biblioteca.
Il giorno dopo Giulio lo trovò ancora lì, sotto una montagna di libri. “Che fai? Pensavo che conoscessi a memoria le nostre materie!”
“Certo che è così, ma non sono i volumi della biblioteca scolastica che sto consultando bensì i miei testi magici. Severus mi incuriosisce e mi preoccupa. I miei libri descrivono tutte le creature che vivono nel mondo incantato. Guarda questi” disse indicandogli una pagina di un libro rimasto aperto. “I signori del nonsapere. Maghi potenti, e molto molto pericolosi”.
“Chi sono i signori del nonsapere e cosa vogliono?” domandò preoccupato Giulio.
“Sono spiriti malvagi che rubano le menti delle persone; Severus è certamente uno di loro e che sia venuto qui non mi piace per niente..”
“Beh cacciamolo via allora!” Rispose battagliero Giulio.
“Non è così semplice” ribatté Rubio. “Andrò nel regno delle fate a chiedere consiglio”. “ Tu però promettimi che eviterai per quanto possibile Severus, è troppo pericoloso!”
“Va bene, te lo prometto! Ma tu torna presto”
“Contaci!” e così dicendo il gatto svanì.
Passarono alcune settimane durante le quali, purtroppo, due maestre scomparvero.
Una mattina finalmente, Giulio sentì una linguetta ruvida sulla punta del naso. “Rubio! Meno male sei tornato! Avevi ragione, qualche giorno fa ho visto Severus portare con una scusa la mia maestra Sofia nell’infermeria, e poi rimpicciolirla fino a farla diventare a così piccola da farla stare in una scatolina di metallo!” esclamò disperato Giulio.
“Dove tiene Severus questa scatolina?” chiese Rubio.
“Appesa al collo ma non se ne separa mai!”
“Non importa, risolveremo presto tutto. Guarda all’interno di questo sacchetto!”. Giulio prese in mano un involucro di stoffa viola, sbirciò dentro e vide un piccolo, piccolissimo topino giallo. “Che cos’è?”
“Come che cos’è, non lo vedi, è la soluzione ai nostri problemi!”. “A dir la verità io vedo soltanto un piccolo e brutto topetto” “Uffa, non fermarti all’apparenza questa è la salvezza della nostra scuola!”
“Ma come….cosa….dove lo mettiamo?”
“Oh è facile, Severus deve solo ingoiarlo”
“Ah! Solo questo?” domandò ironico Giulio. “E come facciamo? Gli diciamo: ecco, qui c’è un grazioso topino, ne vuoi un po’ per merenda?”
“Beh, in effetti non tutti come me apprezzano i topi, ma, d’altronde, questo è quello che mi hanno detto di fare le fate, se tu hai altre soluzioni accomodati.”
“Dai Rubi non fare il permaloso, solo penso che non sarà semplice”.
“Si, non sarà semplice ma io ho un piano..” ribatté il gatto “ora ti spiego ….”
La mattina dopo, alla fine delle lezioni, con una scusa, Giulio rimase nei corridoi della scuola finché non si furono allontanati tutti. Dopodiché, andò a cercare il mago.
“Cosa fai ancora qui?” sbraitò il bidello. “Ti metterò in punizione!”
“Io sto qui quanto mi pare mio caro mago da strapazzo”. Gli urlò in tono di sfida Giulio.
Severus rimase per un attimo impietrito e poi con il volto scuro scuro avanzò lentamente verso il bambino. Allora, come avevano stabilito la sera prima, Giulio corse verso le scale. Severus lo inseguì ma, appena mise il piede sul primo gradino Rubio gli si infilò fra le gambe facendolo ruzzolare giù per le scale e, come arrivò in fondo, Filippo e Giulio gli si buttarono addosso immobilizzandolo con una rete trovata nel teatro della scuola.
“Mangia questo bel topino Severesuccio mio” lo canzonò Rubio ma,poiché il mago non aveva nessuna intenzione di collaborare, il gatto tirò fuori le unghie e gliele conficcò in una ganba.
“Aah” urlò di dolore Severus, ma il suo grido fu soffocato dal topo che Giulio nel frattempo gli aveva prontamente infilato in bocca.
Quando anche la coda sparì dalla vista dei due amici entro la bocca del bidello la scatoletta di Severus, cominciò a vibrare tutta. Si alzò nell’aria e d’incanto si aprì lasciando uscire le due maestre rapite.
“Giulio, ci hai salvato” dissero le maestre mentre riprendevano le loro dimensioni normali. “Abbiamo sentito tutto da dentro la nostra prigione, sei stato bravissimo ma chi questo coraggioso gatto?”
“Oh è una storia lunga” rispose Rubio anticipando il suo amico mentre osservava il mago che lentamente si stava dissolvendo insieme al suo magico contenitore.
“Mie gentili signore, fra poco vi racconteremo tutto ma, potete solo scusaci un momento?”e così dicendo il gatto prese Giulio in disparte. “Amico mio ora devo fare un incantesimo per far dimenticare a tutti quello che è successo, è bene che il nostro mondo rimanga sconosciuto”.
“Peccato …. Sarebbe stato il primo anno in cui finalmente avrei sicuramente avuto una pagella bellissima!”
Rubio sorridendo si strusciò sulle gambe del suo amico e svanì
“Allora, raccontaci come hai fatto” chiese sorridendo la maestra Sofia prendendo in braccio il suo piccolo allievo
“Beh è stato facile, sapete come è cominciato tutto?” esordì pomposamente Giulio.
“Vorrei piuttosto sapere che fai qui a quest’ora?” lo rimproverò cambiando improvvisamente tono la sua maestra.
“Uffa, poteva almeno aspettare che finissi ..” pensò sbuffando Giulio e poi rispose: “Avevo dimenticato il diario, ora vado scusi….”
Se sapesse mormorò fra se e se i ridacchiando Giulio.
Appena fuori dalla scuola il suo amico a quattro zampe gli si materializzò vicino. “Senti Rubi è un po’ che volevo chiedertelo, che fai quest’estate?”
Fu così che al termine dell’anno Rubio decise di passare le vacanze con il suo amico Giulio, cominciò così una grande amicizia.

3 commenti:

  1. ma pensa... hai aperto un blog per i tuoi racconti .. in piena aurtonomia e orgogliosa solitrudine. Stupito e felice..

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  2. Bonsarto ti piace come l'ho fatto?

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