domenica 14 dicembre 2008

Triangus

Hai preso il cappello?” “Si mamma!” Giulio e Rubio erano pronti dalle sei del mattino. La gita ad Ostia Antica Giulio l’aveva aspettata a lungo.
“Non vedo l’ora di sedermi nel teatro antico o di passeggiare su strade che imponenti eserciti hanno percorso!” mormorò Giulio a Rubio, il suo amico invisibile, mentre finiva di chiudere lo zaino. “Vuoi dire che non vedi l’ora di morire di caldo camminando per ore in mezzo a mucchi di sassi!” ribatté seccato il gatto.
Rubi era molto meno entusiasta della gita e Giulio aveva dovuto insistere non poco per convincerlo a partecipare insieme con lui.
“Forza! Sbrigati altrimenti facciamo tardi!” disse Giulio acchiappando Rubio per la collottola, per essere ben certo che non “sparisse” al momento opportuno, e saltò dentro la macchina.
La guida che li portava in giro era noiosa e i due amici ben presto si staccarono dal gruppo e cominciarono a gironzolare per conto loro.
“Bello questo posto eh?”commentò Giulio.
“No!” ribatté il gatto. “Fa caldo, ho sete, la guida non capisce niente e…!”
“E basta! Dici questo solo perché volevi restare a dormire, sei solo un pigrone!”.
Mentre stavano discutendo, all’improvviso, un forte odore d’incenso riempì l’aria, e l’ombra di un animale si stagliò in mezzo a loro. Meravigliati smisero di litigare e cercarono di capire da dove venisse quell’odore e dov’era l’animale di cui vedevano l’ombra. Guardarono con attenzione e videro, poco più in là, seduto su una grande pietra, uno strano gatto. Aveva un muso triangolare ed era magrissimo. Giulio fece per accarezzarlo ma il gatto svanì un attimo prima di essere toccato. “Oh! Anche lui è un gatto magico, pensavo fossi l’unico!”.
“In effetti nel mondo delle fate sono l’unico gatto invisibile e l’unico animale magico a cui è consentito di vivere nel mondo degli umani. Tutto ciò è molto strano!”.
I due amici si avviarono pensosi verso i loro compagni che si erano fermati a mangiare all’ombra di una bellissima quercia.
“Ma se non viene dal mondo incantato da dove viene?” sussurrò Giulio mentre mangiava il suo panino al formaggio.
“Non so, sono stupito quanto te” rispose Rubio.
“E perché è sparito quando ho cercato di accarezzarlo?” continuò Giulio.
“Forse perché non si fida di noi” suggerì il gatto, “ma sono certo che lui ha capito che siamo un po’ speciali. Vedrai che lo rivedremo presto. Intanto mi faccio un bel sonnellino, buona passeggiata!” e così dicendo s’infilò nello zaino del suo amico.
“Certo che quel gatto aveva proprio uno strano muso!” commentò Giulio quella sera mentre si preparava per andare a dormire. “Più ci penso e più mi ricorda qualcosa! Voglio vedere nel mio sussidiario.” Giulio tirò fuori dallo zaino il suo libro e cominciò a sfogliarlo. “Avevo ragione! Senti qui: 3.000 anni fa i gatti in Egitto erano considerati delle divinità”.
“Che popolo saggio ed evoluto!” commentò Rubio.
“Dai smettila e guarda questo disegno, è un gatto dal muso triangolare proprio come quello che abbiamo visto noi!”
“Beh per avere 3.000 anni mi sembrava piuttosto in forma! Chissà cosa voleva!”. A quelle parole comparì per terra una scritta di luce accompagnata dal consueto odore di incenso. Si guardarono intorno e videro gli occhi luminosi del gatto egiziano che li fissava. Prima che avessero il tempo di dire o fare qualcosa il gatto svanì nuovamente.
“Allora è un vizio!” esclamò contrariato Giulio ma poi insieme a Rubio guardò il messaggio che, al contrario del gatto, era rimasto ben visibile per terra. Purtroppo però quei segni erano assolutamente incomprensibili!
“Io credo che questi siano geroglifici!” disse Rubio allontanandosi un po’ per vederli meglio.
“Ehi, hai visto? Il messaggio sta sbiadendo” lo interruppe Giulio “copiamoli su questo foglio così potremo studiarli con calma”. Fecero appena in tempo che il messaggio svanì.
Il giorno successivo, alla fine delle lezioni, presero in prestito dalla biblioteca della scuola tutti i libri che potevano trasportare e andarono a casa.
Si misero immediatamente a studiarli. La notte era scesa già da un pezzo quando Giulio si addormentò. La mattina dopo la prima cosa che vide fu Rubio chino sui libri. “Ti sei svegliato presto!”. “A dir la verità non mi sono mai addormentato. Ho studiato a fondo tutto quello che abbiamo preso. Triangus, così si chiama il nostro amico, ci sta chiedendo aiuto”.
“ Sei riuscito a tradurre la scritta?”
“Ho fatto di più, ho imparato alla perfezione l’antica lingua egizia!”
“Dai stai esagerando!”
“ ds sfoijf sjfu eee!""”
“Cosa hai detto?”
“Ho detto che mi sottovaluti amico mio!”. “Temo di doverti delle scuse!” proseguì Giulio “Adesso che conosci la sua lingua potremo chiedergli perché appare e scompare in continuazione.”
“Lo farò appena lo vedrò, ora devo dormire perché sono stanchissimo! Buona scuola!” concluse Rubio infilandosi sotto le coperte di Giulio.
Qualche sera dopo mentre erano intenti a giocare con una pallina in camera da letto sentirono nuovamente l’odore d’incenso. Immediatamente spensero la luce in attesa della scritta luminosa.
sfoijf sjfu eee!" Cosa c'è
Rubio, utilizzando una matita dorata ed un cartoncino nero, rispose: "scritto disse?"
“Cosa state dicendo?” chiese Giulio tirando il suo amico per la coda. “Gli ho spiegato che ho imparato la sua lingua e gli ho chiesto di raccontarci la sua storia, se riesci a stare zitto e soprattutto se smetti di tirarmi la coda traduco:
“ sChe cosa stai cercando?
Cosa stai cercando e come ti possiamo aiutare?” scrisse Rubio
“ Da 3000 ann oijf sjfu eee!"
“Da 3.000 anni cerco di liberare la principessa Pietra di luna dal sortilegio di Nefamndon” rispose Triangus
“Chi è Nefamndon?” lo interruppe Rubio
“Un sacerdote del tempio di Hiù” spiegò Triangus e continuò: “Nefamndon chiese alla principessa di diventare la custode del suo tempio. Pietra di luna era stata educata nella sapienza e non credeva nelle divinità egizie, così rifiutò. Il sacerdote si offese e andò via molto adirato ma, qualche tempo dopo, tornò portando in regalo alla principessa un anello. La pregò di accettarlo perché fra loro non ci fosse inimicizia. Pietra di luna lo ringraziò e lo mise al dito. Il sacerdote allora cominciò a ridere. Pietra di luna, che non capiva il motivo di tanta ilarità, si seccò moltissimo e fece per andarsene ma non ci riuscì, cercò di chiamare le ancelle ma non ci riuscì. “Ebbene mia cara”, le disse con un sorriso cattivo Nefamndon, “devi sapere che non sono abituato a ricevere dei rifiuti ed essendo un tipo terribilmente vendicativo ho deciso di punirti. Ti ho imprigionato in una dimensione non reale, finché terrai l’anello non potrai vivere e non potrai morire, dolce principessa, e cercare di sfilarlo è impresa inutile poiché non c’è modo di togliere un anello magico”.
Io ero appena entrato nella sala principale e sentii tutto. Quando il sacerdote uscì mi avvicinai alla mia signora, cercai di toglierle l’anello ma naturalmente non ci riuscii. Pietra di luna era immobile, come una statua, solo una lacrima testimoniava la sua natura umana. Strofinai il mio muso sulla sua guancia e le promisi che l’avrei liberata. Uscii dal palazzo disperato e andai dal vecchio maestro di Pietra di luna. Era un uomo saggio e voleva molto bene alla sua discepola.
Ascoltò con attenzione il mio racconto, mi confortò con buone parole e mi consigliò di chiedere aiuto ad un oracolo che già una volta aveva sconfitto il gran sacerdote.”
“Cosa ti disse l’oracolo?” incalzò Giulio
“Mi diede una risposta che ancora oggi cerco di capire:
Il rimedio è un po’ raro
cerca questo amico caro:
quattordici per incominciare
quattro per terminare
spigoli da evitare
acqua per galleggiare
verità per tornare.

“Non poteva darti una risposta…più semplice? Che so magari….gira tre volte l’anello a destra o qualcosa di simile?”
“Zitto Giulio ..fallo terminare”
“Da allora non faccio altro che cercare di capire le parole del saggio maestro. Qualche giorno fa, quando mi avete visto, ho capito che voi eravate speciali e forse eravate in grado di aiutarmi e così vi ho seguito fino alla scuola.”
“In effetti io e il mio amico Giulio siamo speciali! Vedrai insieme riusciremo a risolvere questo enigma e a salvare la tua principessa!”
“Lo spero amici miei. Tornerò presto a trovarvi” e Triangus svanì.
“Non sei stato un po’ precitoso nell’assicurargli che avremmo risolto l’indovinello? A me sembra incomprensibile.”
“Anche il primo messaggio lo era e poi siamo riusciti a decifrarlo non fare il solito pessimista e mettiamoci al lavoro” ribatté imperterrito il gatto.
E così passarono i giorni. Rubio continuava a contare tutto il giorno, contava gli oggetti, le parole, pronunciava cento volte al giorno Q U A T T O R D I CI ma non riusciva a venirne a capo. Giulio invece aveva riempito un secchio d’acqua e continuava a buttarci dentro tutto quel che gli capitava ma le uniche cose che galleggiavano erano le sue carte!!”
I due amici erano un po’ scoraggiati quando, fortunatamente, una lezione di scienze aprì loro uno spiraglio importante.
“Guardate bambini” cominciò quella mattina la maestra Sofia. “Oggi faremo un esperimento interessante” così dicendo riempì di acqua due bicchieri, in uno mise del sale, nell’altro dell’olio. “Vedete come reagiscono i diversi elementi: uno si miscela, è il caso del sale, ma l’altro no, rimane a galla, ben separato!” “A galla! Rimane a galla! Adesso ho capito!” Giulio era saltato sul banco “Giulio prego” lo interruppe la maestra un po’ seccata da quella reazione “anche gli altri hanno capito ma non saltano sul banco!”
Giulio aspettò la ricreazione e poi chiamò il suo amico invisibile: “Rubio! Rubio! Ho risolto l’enigma!” “Spiegami non capisco” lo incalzò Rubio “Oggi durante la lezione di scienze la maestra ha messo dell’olio in un bicchiere, capisci …OLIO. L’olio galleggia, viene sempre a galla come la verità, l’olio è di quattro lettere e la o è la quattordicesima lettera dell’alfabeto!”
“Bravo Giulio, sei proprio in gamba!” commentò Triangus più tardi.
“Certo, adesso che me lo dite mi sembra così semplice, l’olio sacro del tempio di Raas, da sempre rivale di Hiù, può certamente annullare i malefici del malvagio Nefandon. Grazie amici tornerò indietro nel tempo e salverò Pietra di luna.” “Vengo con te! “ disse Rubio. “Ed io che faccio? Rimango qui?” protestò Giulio “Tu mio piccolo amico non sei magico e per te sarebbe troppo pericoloso un viaggio nel tempo” rispose Triangus.
“Uffa, sempre con questa storia che sono piccolo!”
“Non te la prendere, la prossima volta ti porterò nel regno delle fate” lo consolò Rubio.
Il gatto egiziano guardò Giulio e continuò “Sei un bambino coraggioso ed io ti devo molto, ma credimi proprio non è possibile portarti con noi. Addio Giulio e buona fortuna!”
“Buona fortuna anche a voi!” li salutò rassegnato Giulio “ Rubio quando torni però mi racconti tutto!”.
“Buona notte mamma”.
“Buona notte tesoro”.
Giulio aveva appena spento la luce della camera da letto quando vide sul muro una scritta luminosa “Triangus” chiamò tirandosi su di scatto “macchè Triangus sono Rubio! Hai visto come sono diventato bravo a scrivere con la luce?” Giulio si catapultò sul suo amico ricoprendolo di abbracci.
“Finalmente! Era così preoccupato! Raccontami, siete riusciti a liberare la principessa?”
“ Hai qualche dubbio? Dai mettiti sotto le coperte che ti racconto!”
E così durante la notte Rubio raccontò del viaggio nel tempo e di come lui e Triangus si fossero fatti dare dal sacerdote l’olio sacro per liberare Pietra di luna. “E Nefandon?” interruppe il racconto Giulio “Oh Nefandom lo abbiamo sistemato per le feste! Spacciandomi da divinità sono riuscito ad infilargli al dito l’anello che lui stesso aveva dato alla principessa e adesso è lui ad essere imprigionato nel tempo, non so però se lui ha un amico come Triangus disposto ad aiutarlo! Dimenticavo, ho qualcosa per te” e da sotto la pelliccia rossa tirò fuori un bellissimo papiro
Grazie mio lontano e giovane amico
Mi ha raccontato Triangus
Che senza di te probabilmente vivrei
Ancora prigioniera del tempo
Ti debbo la mia vita
E noi non ti dimenticheremo mai
Che tu possa essere felice per sempre
Pietra di luna



“Adesso Triangus e Pietra di luna sono tornati a vivere felici nel palazzo reale” miagolò soddisfatto Rubio “Dove lo metto il papiro? Giulio? Ti ho chiesto dove metto il papiro? GIULIOOO? Chissà a che punto ti sei addormentato! Pazienza vorrà dire che domani mattina te lo traduco nuovamente. Buonanotte amico mio.”

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